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​Volute di fumo

“Un sogno voluttuoso nel corso di una eclisse”
Baudelaire
Il buio, la luce e poi aneddoti, frammenti, storie che pian piano cominciano ad affiorare.
Personaggi che raccontano, vivono, amano, continuano a vivere, ricordano, desiderano, piangono, ricominciano, sognano. Ripetono gli stessi gesti, vanno avanti e indietro; si mostrano, si nascondono, entrano in scena, ne escono. Entrano nel visibile, escono nell’invisibile. Si interrogano su che cos’è la vita, sull’assenza, sul desiderio, sull’impossibilità e sulla speranza.
Ciò che l’occhio coglie  e l’orecchio sente  si deposita nell’intimo, il visibile arricchisce l’invisibile, lo sguardo si riversa nell’interiorità.
La memoria porterà la visione.

 

Lo spettacolo “Volute di fumo” parte proprio da qui: dall’ intreccio dei fili esili e delicati che annodano immagini, metafore e simboli prende forma un lavoro che sembra riflettere il mondo irraggiungibile del sogno. Tutto accade di scorcio, per ipotesi.
La scelta è stata escludere il dato reale diretto, brutale: il linguaggio resta vago conservando quel mistero che sta allo spettatore decifrare ed interpretare secondo la propria sensibilità ed esperienza.
 
 
 
 
Polvere e sabbia
 
 

Quando inaspettatamente nella nostra vita irrompe una componente altra che accende i nostri sensi, li rende più ricettivi, abbiamo la netta sensazione che qualcosa, travalicando le nostre percezioni, cerchi di comunicare con noi aprendoci uno scrigno prezioso dal quale siamo irresistibilmente attratti.  In questi attimi crediamo davvero che sia possibile una unione cosmica.

 

Per dirla con Proust: “L’ interesse per l’ esistenza risiede quasi tutto nelle giornate in cui la polvere della realtà è mista a sabbia magica, in cui un banale incidente diventa una molla romanzesca. Un intero promontorio del mondo inaccessibile sorge allora dalla luce del sogno ed entra nella nostra vita”.

 

Il lavoro di CameraDoppia è una riflessione sul desiderio che guida le nostre esistenze e sugli incontri che le illuminano.

 

 
 
 
 
 
 
Marea
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Marea madre, marea assassina, marea amante… Marea simbolo delle passioni che guidano gli esseri umani, che li accendono e che li annientano. Marea e le sue oscillazioni, le sue arcane energie che risuonano dentro di noi e che sono il nostro abisso. Marea che attraversa il tempo e lo spazio, che inghiotte le nostre vite, che diventa il ponte nel grande viaggio all’interno di noi stessi.
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In questo spettacolo, CameraDoppia diventa marea e nello stesso tempo ne è permeata.  Movimenti  ora sincopati ora concitati; parole che sembrano spuma di onde marine che incessantemente si infrangono sugli scogli; lo spazio scenico che prevede il pubblico disposto ai lati dello spettacolo come spiagge lambite dalla corrente;  la scenografia e l’illuminazione “interna” alla scena che crea chiaroscuri cangianti come fondali marini screziati qua e là dalla luce delle stelle e della luna.   

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“Marea”  è uno spettacolo in continuo divenire perchè la marea è sempre, citando Artaud, “formicolante di mondi rinascenti senza sosta".

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Kairos

 

Un uomo è intrappolato in una stanza; mosca che si agita in un bicchiere rovesciato, nastro che gira continuamente a vuoto. I pensieri ripiegano su loro stessi e flussi di coscienza rimangono invischiati nella ragnatela della quotidianità.

Quest’uomo sta per partire o è appena arrivato?

Una donna è intrappolata nei suoi sogni; mondi lontani affollano la sua testa. Le azioni e le parole evaporano dalla superficie del reale e si librano nel cielo delle possibilità.

Questa donna tornerà o svanirà nel nulla?

 

Chi sono queste due persone? Da dove provengono, cosa hanno fatto? E soprattutto, cosa ne sarà di loro? Entrambi attendono qualcosa che non accade.

 

Nell’antica Grecia c’era il Tempo di Kronos (un tempo cronologico e sequenziale) e c’era il Tempo di Kairos (un tempo qualitativo, dove qualcosa di “speciale” accadeva). Per essere efficaci, alcune azioni devono essere compiute tempestivamente: non tollerano ne’ il ritardo ne’ l’esitazione. CameraDoppia mostra come il dio Kairos punisca senza pietà chiunque non tenga conto della sua esistenza.

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